Laura è una donna di quarant'anni, ha due figli piccoli e un marito lontano, una casa da gestire e tutto il tempo che le serve, dato che è disoccupata da due anni. Lei non sa più come passare le proprie giornate, se non leggendo, correndo, mangiando, pensando, scrivendo e...
Riflette e analizza la sua quotidianità fatta di silenzi e noia, eppure di bellezza insolita e di tempo sospeso.
In che modo il lavoro definisce noi stessi e la nostra visione della vita?
Così, si mette a scrivere, tiene un diario in cui prende nota del suo vivere, della sua apatia e del suo disorientamento, interrogandosi sulla fragilità dell'essere umano.
Insomma , perché invece di limitarci a farci capire , si vuole parlare? Parola a ogni costo, mah.
Perché il linguaggio ha così il sopravvento sul senso?
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